Vaccinare in massa i bambini per una malattia che, nei dati ufficiali, li colpisce in forma lieve è davvero una scelta scientifica o politica? In passato, la scuola era il luogo del pensiero critico. Oggi sembra diventare uno spazio di obbedienza sanitaria. Genitori, insegnanti, studenti: qualcuno ha il diritto di fare domande o si rischia solo di essere etichettati come 'no-vax'? Se la scienza è così sicura delle sue scelte, perché teme il confronto?