Durante la guerra civile italiana, tra i fascisti catturati dai partigiani, erano le donne a suscitare i peggiori istinti.

Per la sola colpa di essere mogli, figlie, sorelle o fidanzate di combattenti fascisti o di aver vestito la divisa delle Ausiliarie, erano spesso violentate e uccise da queste belve assetate di sangue e accecate dall’odio ideologico che poterono agire indisturbate anche dopo la fine della guerra, certe dell'impunità assicurata dal governo partigiano e dalla provvidenziale amnistia Togliatti che salvò dall'ergastolo gli autori di crimini indicibili.

Tratto da "Liberatori senza Gloria, i crimini alleati e le stragi partigiane".
290 pagine Euro 18, versione E-book Euro 8.
Distribuito da Amazon.

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