Vedendo quelle immagini, bambini gravemente feriti o mutilati, il loro pianto, l'espressione della loro disperazione, la sensazione che provo, il disagio che vivo è impossibile da esprimere con i termini italiani a mia disposizione. Non esistono le parole, i vocaboli che possano descrivere quelle sensazioni, oppure sono io che non ne conosco, credo che nessuna lingua esistente su questo pianeta contenga i termini che esprimono il significato di tali sensazioni. Quando non ci si ferma nemmeno davanti all'innocenza di un bambino, quando il sislenzio di grossa parte del mondo sembra legittimare tutto questo con un sislenzio assordante, un silenzio complice, un sisenzio colposo, bisognerebbe ribadire energicamente che bisogna fare silenzio quando un bambino dorme, non quando viene smembrato.

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