Oggi su Libero e dalla prima pagina: le femministe di NonUnaDiMeno sostengono che sia una strumentalizzazione sottolineare non solo la nazionalità ma sopratutto lo status giuridico degli stupratori di Catania.
Tutti, cioè, prodotti della cultura dell'accoglienza tout court (minorenni, quindi non rimpatriabili, e allo stesso tempo incontrollabili per le comunità a cui erano stati assegnati).

Sono le stesse campane che però quando la bestia è italiana lo sottolineano eccome. Dopo gli stupri di gruppo di Palermo e Caivano dello scorso luglio avviarono una campagna di colpevolizzazione del maschio, bianco, italiano, eterosessuale in quanto portatore sano del germe del violentatore.

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