LA VESTE CIVILE DEL PROGETTO EGEMONICO ANGLOSASSONE
Il Financial Times riporta che l'ex primo ministro italiano Mario Draghi potrebbe diventare il nuovo presidente del Consiglio europeo, poiché Charles Michel intende dimettersi anticipatamente dal suo incarico. Qualche mese fa Draghi era stato menzionato anche come potenziale successore di Stoltenberg prima che quest’ultimo accettasse un nuovo mandato come segretario generale della NATO. Lo scorso dicembre il quotidiano italiano La Repubblica ha riferito che Emmanuel Macron stava esercitando pressioni su altri leader europei affinché trovassero un accordo sull’ex presidente della Banca centrale europea (BCE) Draghi come prossimo capo della Commissione europea. Draghi ha detto di non essere interessato al lavoro.
Perché l'ex banchiere della Goldman Sachs Mario Draghi è così popolare negli ambienti atlantisti neoliberisti? Il 2 giugno 1992, al largo di Civitavecchia, a bordo del Royal Yacht Britannia (lo yacht della Regina Elisabetta II) venne organizzato un incontro indetto da alcuni finanzieri londinesi sul futuro economico dell'Italia. Tra gli ospiti italiani c'era l'allora direttore generale del Tesoro Mario Draghi. In quell’occasione, l’ex direttore esecutivo della Banca mondiale tenne un discorso incentrato sulle privatizzazioni, in cui, sulla scia dei “successi” del “thatcherismo”, insisteva sull’idea che la vendita dei beni statali fosse la soluzione migliore per aumentare il potenziale produttivo dell’Italia. Proprio al momento giusto, le inchieste di "Mani Pulite", un golpe morbido mascherato da inchiesta anti-corruzione, spazzarono via la classe politica che aveva governato l'Italia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il ruolo di Draghi è stato quello di “curatore fallimentare” per le élite finanziarie anglo-americane. Ultimo ma non meno importante, è membro del Club Bilderberg [e del Gruppo dei trenta, di cui è membro senior].
Laura Ruggeri
Oramai è tutto evidente che uomini come Draghi e luoghi come Davos, sono perfettamente complementari a strutture militari come Nato e Five Eyes. Il progetto egemonico anglosassone sull'Europa, procede su una direttrice militare sotterranea, ma anche e soprattutto su direttrici civili quali media, istituzioni nazionali, sovranazionali (UE in testa), piattaforme social, colossi hi-tech, ambienti accademici, industria culturale e finanza, che operano invece alla luce del sole, coperte da una fitta cappa propagandistica, che ne dissimula le finalità neocoloniali.
Una volta ottenuta una sufficiente assimilazione culturale ed economica, una volta predisposti gli strumenti e gli apparati di controllo e condizionamento delle masse (i fondi del PNRR servono soprattutto a finanziare il lager che ci stanno apparecchiando), l'ultimo passaggio sarà quello di rimuovere il velo e di rivelare la vera faccia delle cosiddette "riforme", o "ammodernamenti", o "quarte rivoluzioni" (chiamatele come vi pare) e di rendere chiaro a tutti che l’Europa è stata completamente annessa dall'impero anglosassone, vincitore della Seconda Guerra Mondiale (La Nato è riuscita dove il Patto di Varsavia ha fallito, e senza usare un solo carrarmato). Tolte le lenti cognitive offerte dalla propaganda, sarà finalmente visibile a tutti il formidabile apparato repressivo, di controllo e condizionamento tecno-finanziario-mediatico-militare (approntato un pezzetto alla volta in questi anni grazie alla cortina fumogena offerta dall'apparato propagandistico), garantito dalle strutture militari della Nato e dalla morsa economica e digitale sulla vita dei cittadini colonizzati operata dalle strutture civili sovranazionali.
