Gianni Brandi

Una mia particolare riflessione su una vicenda che sta tempestando il web in questi giorni. La finta beneficenza del pandori griffati Balocco e Chiara Ferragni. Come alcuni sanno, non nutro particolare simpatia, e uso un eufemismo, per lei e il marito, in quanto li considero la rappresentazione dell'eccesso di esibizionismo, del narcisismo, dell'ipocrisia sbandierata come verità assoluta basata sul quasi nulla. Un esempio sbagliatissimo per molti giovani che vogliono emularli ma non hanno i loro mezzi o la loro fortuna. Leggo alcuni commenti in sua discolpa, del tipo: ma i politici sono peggio di loro, la Santanchè ha truffato lo Stato e ingannato i lavoratori, la Ferragni almeno si è scusata e si impegna a cacciare i soldi, ecc. In primo luogo il "Così fan tutti" non riabilita una persona. Secondo: a prescindere dalla vicenda, Chiara Ferragni ha tutto il diritto di vendere i suoi prodotti tramite il web, ci mancherebbe, ma gli atti di donazione dovrebbero essere fatti in silenzio o almeno con un'attività finalizzata solamente alle donazioni, senza tornaconti personali. Invece lei e il marito, ogni volta che hanno organizzato raccolte di donazioni, lo hanno fatto coram populo, con un ritorno di pubblicità continuo e lucrandoci sopra. Questo, consentitemi, non ha nulla della solidarietà, ma è mero affarismo. Sarebbe più onesto dire: aiutiamo gli altri, ma ci guadagniamo anche noi, anziché recitare la parte dei buoni che si preoccupano per i più sfortunati. Tra l'altro già da tempo il Codacons aveva sottolineato alcune attività irregolari e poco trasparenti di Fedez (e anche della Ferragni) sulle donazioni, scatenando l'ira del rapper. Tornando alla vicenda incriminata, è stato applicato un prezzo triplicato per un pandoro griffato, ingannando le persone e facendo loro credere che il maggior costo fosse per la solidarietà. Invece il maggior costo era per il cachet di Chiara Ferragni. Questa è falsità, arrivismo e mancato rispetto dei più deboli. La scena patetica con cui ha chiesto scusa è secondo me la ciliegina sulla torta sulla sua manifesta ipocrisia: chiunque sia un po' esperto di mimica facciale potrà notare che lei ha recitato un copione, vestita da prefica e con un pianto simil Fornero dei vecchi tempi. E per chi davvero crede alla sua disperata difesa, dico sommessamente: svegliatevi, le scuse e la donazione di un milione di euro che si è impegnata a fare sono solo un'operazione di marketing difensivo. Per tamponare un tracollo finanziario che si stava scatenando contro di lei, come la peggiore delle tempeste. Lei, nel clou di un successo mediatico che per la prima volta nella sua vita stava per venire meno, si è vista di fronte a una scelta: o rischiare di far crollare un impero (basato in larga parte su falsità ed esibizionismi) o metterci una toppa con una scena patetica e una donazione di una somma che è anche meno di quello che ha incassato come cachet per la campagna di beneficenza o finta tale. E lo ha fatto ben sapendo che rischiava di perdere non un milione di euro, ma forse dieci volte tanto. Ecco perché non la credo. Se lo avesse fatto prima del provvedimento dell'antitrust, avrebbe avuto tutto il mio consenso e i miei applausi. Fatto così, una volta scoperti, per me non vale a nulla, se non a ingannare ulteriormente un esercito di persone illuse, molte in buona fede, da lei.
#ferragni #balocco #antitrust