Alice Neri aveva 32 anni, era una mamma. Il 18 novembre 2022 si trova nella sua auto, intenta a fumare una sigaretta, come era solita fare. Si avvicina un immigrato africano, Mohamed Gaaloul. Le fa delle avances, che lei rifiuta. Allora lui tenta di violentarla, lei resiste con tutte le sue forze, verrano trovati sul corpo segni di lotta. Successivamente l'accoltella, 7 volte, poi la mette nel bagaglioio e da fuoco all'auto. Il cadavere viene carbonizzato. Le condizioni del corpo non permettevano di accertare se lo stupro ci fosse stato o meno, la mamma di lei di lei crede di si. Il tunisino scappa, si reca in Germania, ma viene arrestato dalla Polizia tedesca. Mentre è in stato di arresto l'immigrato dice alla moglie di cancellare tutte le chat presenti sul suo cellulare. Viene estradato in #italia dove ora deve rispondere di: omicidio, distruzione di cadavere, estorsione nei confronti di un'altra donna e violenza sessuale. Alice è l'ennesima vittima di femminicidio, ma un femminicidio per qualcuno diverso dagli altri. Per lei nessun corteo, nessuno sciopero, nessuna manifestazione, nessuno sdegno mediatico, nessuna copertura giornalistica 24h, nessuna intervista quotidiana ai parenti. Perché Alice è stata probabilmente violentata e poi uccisa brutalmente da un immigrato africano, e questo deve passare in silenzio.
