“Roma, quartiere Trieste, notte tra il 28 e il 29 maggio 1979. Piazza Vescovio è immersa nel buio e per strada non c’è più nessuno. Solo due persone … Sono lo studente del Fronte della Gioventù Francesco Cecchin e la sorella Maria Carla. A un certo punto una Fiat 850 bianca con quattro persone a bordo s’accosta al marciapiede. Poi la macchina si blocca e una voce dall’interno dell’abitacolo grida: «È lui, è lui, prendetelo!». Immediatamente due uomini scesi dall’auto si mettono a correre in direzione dei due giovani. Francesco intuisce il pericolo e rivolto alla sorella grida: «Va via, scappa, corri a chiamare aiuto!». E inizia a correre a perdifiato anche lui, con i due sconosciuti alle calcagna. La ragazza, terrorizzata, ha solo il fiato di gridare: «Francesco, Francesco… Aiuto!». Ma non c’è più niente da fare. Francesco viene ritrovato esanime nel terrazzino sottostante via Montebuono, quattro metri e mezzo più in basso del marciapiede. Il diciassettenne è ancora vivo, ma privo di conoscenza. Dopo diciassette giorni di coma profondo, IL 16 GIUGNO 1979 di Francesco rimane solo l’ennesimo necrologio. L’occhio sinistro tumefatto, le labbra e il naso gonfi, un profondo taglio sul collo, uno squarcio sulla tempia, la milza spappolata e lividi dappertutto. COSI' MUORE FRANCESCO CECCHIN. 🤚🖤

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