Salvino Paternò
8 h
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C’è un passaggio del discorso della Meloni sull’incessante invio di armi, declamato con tronfia sicumera, che proprio non riesco a capire.
No, non è quando sbugiarda chi ritiene che i fondi utilizzati “potrebbero essere utilizzati per aumentare le pensioni o ridurre le tasse”.
Se è vero che quella ferraglia giace nei nostri magazzini è anche vero che l’incremento delle spese militari ne è indiretta conseguenza. Per non parlare, poi, dell’opprimente inflazione frutto delle sanzioni suicide.
Per cui c’è poco da sbugiardare. Se oggi siamo più poveri è a causa della politica guerrafondaia nella quale, volenti o nolenti, ci troviamo sprofondati.
Ma il passo che mi ha lasciato allibito è un altro.
Ed è quello in cui la premier afferma decisa: «Noi inviamo armi all'Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana da casa nostra».
…Cioè?
Tale aberrante affermazione presupporrebbe che se le armate russe non fossero fermate in Ucraina, invaderebbero il suolo italico. I cosacchi russi abbevererebbero i loro cavalli nelle fontane di San Pietro.
Quindi mandiamo le armi affinché gli Ucraini muoiano per noi, non per aiutarli.
Combattiamo questa guerra con coraggio fino all’ultimo…ucraino.
Più che patrioti mi pare che siamo dei gran paraculi!
A tali affermazioni sconclusionate anche maggioranza traballa, ma non manca l’appoggio incondizionato della Schlein che, se si tratta di giocare alla caccia ai fantasmi fascisti, ai girotondi arcobaleni o all’accogli il clandestino, è nemica giurata, ma quando le élite chiamano lei si allinea docilmente.
E così la Meloni conclude la sua filippica rivendicando con orgoglio di “metterci la faccia!”
…bisogna solo capire che tipo di faccia…