Hitler "Fece anche cose buone", “risollevò l’economia tedesca“. In un libro l'apprezzamento di Trump per il Führer - Grandeinganno
Secondo il libro “The Rise of Great Powers” di Jim Sciutto, anchorman della CNN, Trump avrebbe espresso ammirazione per Adolf Hitler, affermando che “fece anche alcune cose buone” e che “ha risollevato l’economia tedesca“
Filippo Vanso
Durante la República di Weimar, la Germania era pesantemente indebitata a causa delle riparazioni imposte dal Trattato di Versailles e delle difficoltà economiche legate alla Grande Depressione. Molti dei debiti erano in mano a creditori internazionali, in particolare banche britanniche, francesi e statunitensi. Hitler e il suo regime, una volta saliti al potere nel 1933, adottarono politiche molto severe e si distaccarono in modo significativo da queste entità finanziarie.
Rifiuto del pagamento delle riparazioni di guerra: Uno dei primi atti del regime nazista fu il rifiuto di pagare le riparazioni di guerra previste dal Trattato di Versailles. Queste riparazioni, che erano un onere pesante per la Germania, erano in gran parte dovute alle banche e agli stati stranieri, che avevano prestato denaro alla Germania dopo la Prima guerra mondiale. Hitler non solo sospese i pagamenti, ma anche negò il debito attraverso un atto di violazione formale delle condizioni internazionali.
Nazionalizzazione della moneta: Hitler e i nazisti si staccarono anche dal controllo delle banche centrali private. La politica monetaria fu progressivamente centralizzata sotto il controllo diretto dello stato. La Reichsbank, la banca centrale tedesca, fu sostanzialmente messa sotto il controllo del governo nazista, con il risultato che la Germania smise di dipendere dal sistema bancario internazionale per finanziamenti esterni.
Disconnessione dal sistema bancario internazionale: Questo rifiuto del sistema bancario internazionale, e in particolare la decisione di non pagare più le riparazioni e di allontanarsi dai prestiti esteri, segnò un netto stacco da parte della Germania nazista dalle principali banche internazionali. Le potenze bancarie straniere (che avevano avuto un ruolo cruciale nell'influenzare la politica economica della Repubblica di Weimar) furono bypassate, e la Germania si affidò sempre più a un sistema di finanziamento interno, che includeva la monetizzazione del debito (stampando valuta) e il ricorso a prestiti statali nazionali.
Il finanziamento tramite "moneta creativa": Per finanziare il riarmo e i progetti pubblici, Hitler e il suo governo ricorsero anche alla moneta fiat (creata senza riserva aurea). La Reichsbank iniziò a stampare una grande quantità di moneta per finanziare i piani di spesa del regime, come i lavori pubblici e l'espansione della macchina militare. Questo approccio, creando un effetto positivo sull'economia tedesca, contribuì anche a sostenere una forma di inflazione controllata e a mantenere il debito sotto il controllo del governo senza dover ricorrere a prestiti esterni e trasformò la Germania nella prima potenza economica militare al mondo.
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